sabato 25 maggio 2013

L'inventore di giocattoli

Uno dei personaggi più significativi tra 600 e 700 è Jacques de Vaucanson, l'inventore del primo telaio automatico e alcuni automi. Il primo, una navicella meccanica, lo costruisce a 15 anni. 
Tra le sue invenzioni anche quella di un piccolo flautista completamente automatizzato con labbra mobili, una lingua meccanica che fungeva da valvola per la voce e dita mobili che aprivano e chiudevano i registri del flauto. 


Ma la sua invenzione più famosa è un' anatra che poteva bere acqua col becco, mangiare semi di grani e replicare il processo di digestione! Ognuna delle sue ali conteneva 400 parti in movimento che potevano simulare le movenze di un'anatra vera. Voltaire fu così colpito da ribattezzare Vaucanson "il rivale di Prometeo".

Il robot umanoide di Leonardo che 
rispettava, naturalmente, le proporzioni
vitruviane e rappresentava un cavaliere
medioevale in armatura, era costituito
da due metà indipendenti.
Le gambe avevano le articolazioni dell’anca 
del ginocchio e della caviglia mentre, 
per la parte superiore erano dotate di 
articolazioni le spalle, i gomiti il polso e 
le mani. Le membra erano mosse da 
corde che simulavano i tendini ed i muscoli. 
I movimenti delle braccia erano regolati 
da un controllore programmabile mentre 
le gambe erano mosse da una manovella 
esterna collegata alla caviglia al ginocchio 
ed all’anca; la modernità della realizzazione 
di Leonardo consiste proprio nella 
programmabilità.
Pare che già Leonardo da Vinci avesse costruito alcuni complicati giocattoli meccanici durante il suo soggiorno alla corte di Francesco I, all’inizio del Cinquecento. 
Alcuni esemplari di giocattoli meccanici rudimentali in ceramica sono stati riportati alla luce in Egitto, e si hanno notizie di complessi meccanismi in miniatura per bambini ideati in Grecia da Erone di Alessandria, il grande matematico vissuto intorno alla metà del I secolo a.C. Animaletti meccanici erano il divertimento di ragazzini privilegiati anche in Persia e nell’impero bizantino. Nel 1207 vide la luce in Europa il libro Ingegnosi congegni meccanici di al-Jazari, nel quale sono descritti giocattoli meccanici costruiti per i nobili dell’epoca. La progettazione dei giocattoli automatici richiese sempre maggiori competenze, ed è molto probabile che, a partire dal XVII secolo, dessero il loro contributo anche i maestri orologiai. Fu in quel secolo che i giocattoli meccanici fecero la loro comparsa in Giappone: uno dei più noti era il teatro Karakuri di Takeda Omi. In Francia divenne famoso Jaquet-Droz, inventore di bambole in grado di scrivere, disegnare e suonare l’arpicordo; in Inghilterra grandi invenzioni si ebbero in epoca vittoriana. 
Nei due secoli successivi le ditte americane Ives e Hull & Stafford, la francese Fernand Martin, l’inglese W.H. Britain, la tedesca Ernst Planck e le aziende italiane Ingap e Bell lanciarono numerosi
modellini di ogni tipo: cavalli, carri, rematori in barca, navi, treni e giostre, oggetti oggi ricercatissimi dai collezionisti.

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