mercoledì 22 maggio 2013

Immaginazione, Tecnologia &...Neuromante

In Neuromante non c'è un riferimento alla relazione tra immaginazione e tecnologia, ma il romanzo stesso è un esempio meraviglioso di immaginazione tecnologica. Se si pensa alla data di pubblicazione del libro, 1984, appare incredibile che Gibson abbia avuto una tale immaginazione nel descrivere Internet. E' stato Gibson, infatti, l'inventore di parole come ‘cyberspazio’ (lo spazio immateriale, costituito da dati, informazioni  e reti di computer), "hacker", "rete". William Gibson è stato l'inventore dell'immaginario collettivo della Rete, è stato lui a rendere universale l'immagine di poter navigare in una realtà virtuale proprio come se fosse un mondo parallelo. 
L'incipit di Neuromante è passato alla storia come una delle più famose frasi della letteratura fantascientifica di sempre.
 "Il cielo sopra il porto era del colore di uno schermo televisivo sintonizzato su un canale morto"
La caratteristica più evidente di questo genere è che sembra stato scritto ieri. Il futuro che immaginava Gibson, infatti, è per certi versi già arrivato. Se l' obiettivo di Gibson era descrivere il mondo verso il quale l'umanità si stava dirigendo, a distanza di 25 anni le sue previsioni risultano esatte (es. l'esistenza di una rete informatica universale). 
Quello che spaventa è la lucidità con cui Gibson immagina la generazione futura, una generazione che vive in una società basata sulla legge del profitto economico e su una tragica regressione sociale e umana. Il mondo di Case è comandato dalle multinazionali, dai poteri militari e industriali e dalla Yakuza, la mafia Giapponese. La criminalità è un fatto all'ordine del giorno completamente integrato nella quotidianità. 
  "Night City era come un esperimento dissennato di darwinismo sociale, concepito da un ricercatore annoiato che tenesse un pollice in permanenza sul pulsante dell'avanti-veloce. Smetti un attimo di farti largo a spintoni, e affonderesti senza lasciare traccia; muoviti un po' troppo velocemente, e finiresti per spezzare la fragile tensione superficiale del mercato nero; in entrambi i casi spariresti senza che di te rimanesse niente […] anche se il cuore, i polmoni o i reni avrebbero potuto sopravvivere per i serbatoi delle cliniche al servizio di qualche sconosciuto con un sacco di Nuovi Yen."
ARMITAGE, uno dei primi concept art per il film di Neuromante, diretto da Vincenzo Natali
CASE, un altro dei primi concept art del film Neuromante diretto da Vincenzo Natali
 Ma il problema principale di questo mondo è il rapporto dell'uomo con la tecnologia, la tecnologia infatti, è parte integrante del corpo di ogni essere umano (la maggiorparte dei personaggi possiede un innesto bionico, Molly per esempio si è fatta impiantare le lame retrattili e le lenti; sin dalla prima pagina l'autore descrive questo aspetto parlando del braccio meccanico di Ratz, il barista), lo stesso Case descrive Chiba come "sinonimo di innesti, giunzioni neurali e microbionica". Insomma il corpo nella sua forma naturale è ormai un'abitudine del passato e ognuno cerca di somigliare sempre più a una macchina.
-Questo costa un sacco di quattrini- proseguì Molly, allungando la mano destra come se reggesse un frutto invisibile. Le cinque lame scivolarono all'esterno, poi si ritrassero, rapide. - Costa andare a Chiba, costa la chirurgia, costa fare in modo che ti colleghino il sistema nervoso in modo che i riflessi ingranino con le apparecchiature-
Ciò che sopravvive nel mondo di Case sono le IA, esseri che a differenza dell'uomo non devono sottostare a limiti mentali e biologici. Sono loro che, non essendo relegate in strutture fisiche, riescono ad acquistare la superiorità assoluta e la libertà. Così, parola dopo parola Gibson riesce a capovolgere tutto ciò che c'è di umano in antiumano, una concezione che è ben rappresentata nel passo seguente:
"Case annuì assorto negli schemi dell'ICE della Senso-Rete. Era questo...Sì, ecco ciò che era, ecco il suo essere. Si dimenticò persino di mangiare. Molly lasciava contenitori di riso e vassoi di plastica pieni di sushi su un angolo del lungo tavolo. Talvolta lo irritava perfino il fatto di essere costretto a lasciare il terminale per usare la toilette chimica che avevano piazzato in un angolo del loft."
Tutto questo ci porta ad altre riflessioni riguardo la tecnologia. Se il prezzo che dovremo pagare nel futuro per l'innovazione tecnologica è vivere nella società di Gibson, se e quanto è giusto spostare i limiti del possibile? 

Video:
 http://www.cite-sciences.fr/english/ala_cite/exhibitions/science-et-fiction/networks-and-virtual-worlds#1

Nessun commento:

Posta un commento